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¡Gritería Transfemminista!

Dal 18 aprile duemiladiciotto in Nicaragua, la brutale risposta del regime dittatoriale di Daniel Ortega ai giovani che hanno protestato contro le riforme del sistema pensionistico, ha scatenato numerose proteste a livello nazionale che sono state represse col sangue. Ad oggi il massacro in corso, con la complicità di gruppi armati paramilitari, ha causato la morte di oltre 500 persone, così come centinaia sono i prigionieri e le prigioniere politiche; gli ultimi aggiornamenti parlano di 1486 persone scomparse e oltre 50000 esiliat*. Dall’aprile 2018 sono molte le donne rapite, violentate, torturate e messe costantemente sotto minaccia nei loro quartieri e comunità. La repressione in Nicaragua continua ad accanirsi contro le attiviste trans, froce femministe che da anni stanno combattendo il regime, immaginandosi e costruendo negli spazi di movimento pratiche di resistenza non machiste.

In Nicaragua la notte del 7 dicembre si celebra la Gritería, una festa in onore della madonna, e per festeggiare la “purissima e immacolata concezione di Maria” le strade si riempiono di canti e brindisi in onore della Vergine.

¿Quien causa tanta alegría?
¡La Concepción de María!

Venerdì 7 dicembre al Csoa Gabrio (Via Millio 42) insieme a tre attiviste femministe nicaraguensi AH!Squeerto vi invita a una gritería transfemminista!!

H 19.00 chiacchierata con Bertha, Mafe e Gaby sulle forme di resistenza e di lotta femminista in questi otto mesi di rivolta popolare in Nicaragua.

Aperitivo della madonna con Gallo pinto (riso e fagioli rossi)

H 22.30 concerto “Dejanos volar” di Gaby Baca Loca e Mafe Carrero

a seguire dj set diy (Do it yourself)

A titillarvi durante la serata:

FAVOLOSA LOTTERIA/ primo premio: dall’Argentina un’autoproduzione per farvi godere come meritate

Bertha Massiel Sánchez. Attivista femminista e operatrice sociale. Partecipa alla Articulación Feminista de Nicaragua, facendo parte anche di altre reti femministe latinoamericane. Ha lavorato con diverse organizzazioni per l’autodeterminazione della sessualità e della riproduzione in Nicaragua e nel Centroamerica. Attualmente svolge un dottorato all’Università di Zaragoza.

Gaby Baca La BacaLoca. Artista, cantautrice, ex pubblicista, lesbica, strega e pazza, è anche una produttrice indipendente e femminista autonoma. Combina musica e umorismo.
Nei suoi oltre 15 anni di carriera ha creato, sostenuto e partecipato a diverse campagne ecologiche, contro la violenza sulle donne, contro le molestie di strada, per il diritto di decidere sul proprio corpo. Attualmente Gaby Baca gestisce, nella sua casa, un piccolo ostello e uno spazio culturale chiamato Casabierta.

Mafe, Maria Fernanda Carrero Loaisiga, nata a Managua, Nicaragua. A 17 anni inizia a muovere i primi passi nell’arte della cultura hip hop e della street art usando la pittura come mezzo per protestare su questioni sociali politiche, ecologiche e femministe. La situazione in Nicaragua l’ha costretta come molt* altr* ha lasciare il paese. Insieme a Gaby sta portando avanti un tour autogestito per denunciare ciò che sta accadendo, cantando per la libertà e per la fine della dittatura.

Desde el 18 de abril de este año, en Nicaragua, siguen siendo reprimidas con la sangre las protestas contra la feroz reacción del régimen dictatorial de Daniel Ortega a los jóvenes que llenaron las calles para manifestar contra las reformas de la Seguridad Social. La matanza no se ha acabado todavía y, con la complicidad de grupos armados paramilitares, ha producido la muerte de más de 500 personas, tal como much*s son l*s pres*s polític*s; se cuentan sobre 1486 personas desaparecidas y más de 50000 en exilio. Muchas han sido las mujeres secuestradas, violadas, torturadas y que constantemente sufren amenazas en sus barrios y comunidad. Las que más se ven afectadas son las activista trans, maricas feministas que desde hace años están oponiéndose al régimen, imaginando y construyendo espacios de movimiento y prácticas de resistencia no machistas.

En Nicaragua la noche del 7 de diciembre se celebra la Griteria una fiesta en la que, para honrar la pura e inmaculada concepción de Maria, las calles se llenan de cantos y brindis.

Viernes 7 de diciembre al Csoa Gabrio, (via Millio 42), junto a tres activista sfeministas nicaragüenses, Ah!SqueerTo os invita a una GRITERIA TRANSFEMMINISTA!!

h 19.00 charla con Bertha, Mafe y Gaby sobre las formas de resistencia y lucha feminista de estos ochos meses de revuelta popular en Nicaragua.

Tapas “della madonna” con gallo pinto (arroz y frijoles)

h 22.30 concierto “Dejanos volar” de Gaby Corroto Arrendado y Mafe Carrero

A seguir dj set DIY, (Do it yourself)

Y para seduciros a lo largo de la noche:

FABULOSA LOTERÍA / primer premio: de Argentina una auto-producción para disfrutar como tiene que ser!

Bertha Massiel Sánchez. Activista feminista y trabajadora social. Forma parte de la Articulación Feminista de Nicaragua. Ha trabajado con distintas organizaciones en la defensa de los derechos sexuales y reproductivos en Nicaragua y Centroamérica y forma parte de diversas redes feministas latinoamericanas. Actualmente está haciendo un doctorado en la Universidad de Zaragoza.

Gaby Baca La BacaLoca. Artista, cantautora, ex publicista, lesbiana, bruja y loca, es además productora independiente y feminista autónoma. Su propuesta combina la música y el humor. Durante los últimos quince años ha creado, apoyado y participado en diferentes campañas ecológicas, contra la violencia hacía las mujeres y las niñas, contra el acoso callejero, y por la transparencia y el derecho a decidir sobre nuestros cuerpos, entre otros temas.
Actualmente Gaby Baca lleva, en su casa, un pequeño hostal y espacio cultural llamado Casabierta.

Mafe Carrero: María Fernanda Carrero Loaisiga. Nació en Managua, Nicaragua. Empieza a los 17 años a dar sus primeros pasos en el arte de la cultura hip hop, con el propósito de usar la pintura como un medio de protesta en temas sociales políticos, ecológicos y feministas. La situación actual en su País la obligaron, igual que a muchos nicaragüenses, a salir de la frontera. Ambas (Gaby & Mafe) están ahora mismo realizando una ruta auto gestionada y en conjunto nos traen una denuncia de una región que grita y canta por la libertad y la fin de la dictadura.

 


30 Settembre e 1 Ottobre – Lucrecia Masson: Attivismo Gordx

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SABATO 31 SETTEMBRE dalle 19.30 @ Centro Sociale SOS FORNACE via Moscova 5, Rho (MI)

Ah Squeerto Assemblea Queer Torino assieme alla SOS Fornace in resistenza è lieta di ospitare Lucrecia Masson, compagna Sudaka (termine dispregiativo diffuso in Spagna per definire le persone provenienti dalle ex colonie spagnole) e cicciona in decolonizzazione.

“Parlo del corpo grasso come un corpo colonizzato. Un corpo visto come inferiore da una cultura dove la magrezza si è imposta trionfalmente. Un corpo per perdere, per sparire, un corpo erroneo, un corpo errato. Però, seguendo Fanon, il colonizzato ride quando si scopre animale nelle parole del colonizzatore. quindi dico: sono la vacca.
Cerco nell’animalità la mia propria enunciazione. Sono ruminante e oso sfidare i limiti (im)posti al mio corpo e alla mia umanità”.

Apriamo uno spazio di confronto e discussione ponendo al centro il corpo eccedente come dispositivo di dissidenza politica e artistica e mettendo in discussione il concetto di corpo “normale”.

Ecco il programma intero delle iniziative di SOS FORNACE, spazio da difendere con tutte le nostre corpe

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DOMENICA 1 OTTOBRE dalle 16.00 @ C.S.O.A. GABRIO, via Millio 42, zona San Paolo Antirazzista, Torino

Laboratorio corporeo di Lucrecia Masson, rivolto a chi vuole pensare e sentire partendo dalla propria carne.

Attraverso questo workshop, in cui parole e corpi circoleranno nello spazio, investigheremo la produzione politica della corporeità e delle sue possibili forme di resistenza. Ci serviremo dello strumento della performance per favorire riflessioni e processi di risignificazione cercando di superare e ridisegnare i confini e limiti del corpo normato. Attraverso il lavoro collettivo in un esercizio di immaginazione politica e poetica, cercheremo di creare nuove possibilità per il corpo, puntando tutto sui corpi differenti.
Ideali normativi di bellezza e salute/ corpi dirompenti/ etichette/ diagnosi / esistenze scomode/ soggettività vulnerabili/ corpi che suscitano schifo-paura-vergogna-insicurezza-colpa/ la ribellione dei corpi desideranti / resistenza mostruosa-femminista.

A seguire: Dj Atropeshadora ci propone un djset dove il perreo e il gusto sono protagonisti.
Decolonizzare per un po’ fianchi e testa affidando il corpo al piacere e al contatto.
Se non posso perreare non è la mia rivoluzione!

Per info: ahsqueerto@distruzione.org
https://ahsqueerto.noblogs.org/


EPISTEMOLOGIA RUMINANTE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una fanzine di corpi grassi, corpe lente, corpo dissidente scritta dall’attivistx gordx grassx LUCRECIA MASSON.

Ah!sQueerTO è lieta di collaborare con questa nuova amica argentina e di aprire un nuovo capitolo nella lotta, questa volta alla gordofobia e al fatshaming, nuovamente ponendo al centro il corpo eccedente come dispositivo di dissidenza.

E’ per questo che con piacere diffondiamo queste due fanzine, o queerzine, o fatzine, in versione spagnola autografa di Lucrecia, e con la traduzione italiana delle linguiste militanti squeer di Torino.

 

Epistemologia Rumiante di Lucrecia Masson (ESPANOL)

Epistemologia Ruminante di Lucrecia Masson (ITALIANO)


Video integrale del convegno: Disabilità e Assistenza Sessuale.

Video integrale del seminario organizzato da Ah! sQueerTO! e Centro Documentazione Maurice:

Disabilità e assistenza sessuale.
Dibattiti e analisi di pratiche di sex working.
(28 ottobre 2016, 17.30, CLE UniTo – Aula A4)

L’incontro propone l’apertura di un dibattito cittadino sulla questione dell’assistenza sessuale alle persone con disabilità fisica. A partire dal punto di vista di attivisti/attiviste e lavoratori/lavoratrici del settore, intendiamo introdurre il pubblico, il più vasto possibile, alle questioni che riguardano l’accesso alla vita sessuale, la sua piena disposizione per tutti i soggetti, e la questione quindi collegata del sex working. Gli organizzatori e le organizzatrici si pongono in dialogo con soggetti disabili, operatori ed operatrici del settore, psicologi e psicoterapeuti, attivisti e con ogni individuo interessato al tema.

Intervengono:
Gabriele Segre (Torino): Attivista queer sul tema sessualità e disabilità.
Judith Aregger (Ginevra, Svizzera): assistente sessuale e sessuologa.
Giulia Garofalo Geymonat (Lund University): Ricercatrice e attivista.

Moderazione, introduzione e traduzione:
Lia Viola: PhD in Antropologia Culturale e Attivista di Ah sQueerTO!
Cristian Lo Iacono: Responsabile Centro Documentazione GLBTQ Maurice e Attivista di Ah sQueerTO!

incontro-assistenza-sessuale_tutto-versione-2


26N: Per uno spezzone transfemminista queer al corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne

In moltissime parti del mondo – in Sud America, in Polonia, in Spagna – le donne stanno occupando le strade: femministe, trans*, sex workers, soggettività lgbtqi, tutt* insieme con i propri corpi e le proprie rivendicazioni, incrociano le braccia per dire basta ai femminicidi e alla violenza di genere e per affermare la propria autodeterminazione. Il prossimo 26 novembre, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne, si scenderà in piazza a Roma con un grande corteo nazionale al grido di “Non una di meno”vogliamo esserci come lelle, froce, trans*, puttane e terrone con uno spezzone transfemminista queer aperto a tutt* coloro che fanno della lotta alla violenza eteropatriarcale, all’eterosessualità obbligatoria e al binarismo di genere una priorità.

La violenza maschile contro le donne non deve e non può essere in alcun modo relativizzata. Allo stesso tempo, la nostra esperienza della violenza di genere mette in evidenza i nessi tra violenza maschile, eteronormatività e imposizione del binarismo di sesso-genere.
Come transfemministe queer siamo costantemente in lotta per costruire un mondo libero dalla violenza di genere, la cui enormità è davanti ai nostri occhi ogni giorno con un vero e proprio bollettino di guerra. Ma la violenza non è solo quella rappresentata mediaticamente, non è un elemento disfunzionale rispetto ai presunti normali rapporti tra uomini e donne, non è l’eccezione nel mondo etero-cis-patriarcale, ma è un fenomeno sistemico e strutturale. Al cuore di questa violenza ci sono l’eteronormatività e l’eterosessualità obbligatoria che producono un sistema di generi rigidamente binario, secondo il quale la propria “maschilità” o “femminilità” e i ruoli sociali dipenderebbero dal sesso assegnato alla nascita. In questa cultura, “maschile” e “femminile” sono generi costruiti come opposti, complementari e asimmetrici: tutto ciò che è “femminile” occupa un posto inferiore. Chiunque provi a ribellarsi alla norma che determina quale posto bisogna occupare nel mondo, che sia una donna che sceglie di lasciare il marito violento o un* adolescente che scappa da una famiglia che non le/gli permettere di scegliere liberamente come vivere il genere, la sessualità e i legami affettivi, viene colpit* dalla violenza di questo sistema, viene ricondott* all’ordine e, se continua a ribellarsi, uccis* o suicidat*.

Questa violenza ha una profonda radice patriarcale che cerca continuamente di reimporsi contro l’autonomia delle donne e i percorsi di autodeterminazione di tutte le soggettività che resistono all’eteronormatività e si ribellano al binarismo di genere: perché la matrice della violenza che colpisce le donne – cis, trans*, etero, lesbiche, queer, bi – è la stessa che produce la violenza contro tutte le soggettività che trasgrediscono la norma etero e cis, che si rifiutano di riprodurre la maschilità egemonica o di identificarsi come donne nonostante l’assegnazione alla nascita. Anche in questo senso, diciamo che la violenza di genere è violenza maschile: perché è prodotta dal funzionamento coerente della maschilità egemonica, che si costruisce come naturale e spontanea attraverso la delegittimazione e la repressione di ogni altra forma di mascolinità non normativa, non etero, femminile, lesbica, gay, trans*.
Non si tratta quindi di aggiungere altre soggettività alla lista delle vittime, ma di affermare che la violenza di genere è prodotta dalla violenza DEL genere, dall’imposizione di due sessi-generi normativi a sostegno dell’eterosessualità obbligatoria, all’interno di una cornice familista e riproduttiva. Questa violenza trova terreno fertile nella centralità sociale attribuita alla famiglia nucleare e alla coppia – intesa come unico luogo legittimo di realizzazione emotiva e di espressione dell’amore e al contempo come spazio eminentemente “privato” (“tra moglie e marito non mettere il dito!”)- e nell’immaginario dell’amore romantico: un immaginario che si nutre di senso del possesso, gelosia, esclusività, annullamento di sé e fusione simbiotica, isolamento nella coppia, non solo produce linfa per la violenza ma finisce anche per legittimarla.

In questo contesto, alla maschilità egemonica fa da contrappunto una femminilità normativa, a cui tutt* coloro che sono stat* assegnat* donne alla nascita sono chiamate ad aderire, prestandosi più o meno gratuitamente al lavoro di cura, affettivo e materiale e di riproduzione e naturalmente all’eterosessualità e alla maternità obbligatorie. Proprio a quest’obbligo ha tentato di ricondurci recentemente il fertility day, così come ci provano continuamente gli attacchi alla libertà di scelta (non) riproduttiva messi in atto dai cosiddetti obiettori di coscienza negli ospedali pubblici, che svuotando di fatto la legge 194 nel nome di un modello e un ruolo femminile destinato alla maternità, mettono a rischio non solo la libertà ma anche la vita stessa delle donne.
Non ci stancheremo mai di ricordare, inoltre, che la violenza del genere, agisce indipendentemente dalla provenienza o dalla cosiddetta “cultura” di chi la compie. Rispediamo quindi al mittente ogni lettura femonazionalista e omonazionalista della violenza contro le donne, che produce degli “altri” razzializzati (migranti, musulmani o terroni che siano), che proietta le proprie strutture eteropartiarcali su altre culture provenienti dal Sud, non solo in senso geografico, rappresentandole come meno “civili” e intrinsecamente violente, tradizionali o arretrate. Le narrazioni razziste della violenza strumentalizzano le nostre lotte per occultare il fatto che la violenza non è esterna e lontana, ma un elemento che struttura tutta la società e solidifica la comunità nazionale.

Contro la violenza del genere e di genere, contro la riproduzione della maschilità egemonica e la complicità con essa, come invito a ribellarsi anche alla femminilità normativa, vogliamo rilanciare la prospettiva dello sciopero dai/dei generi, come pratica di lotta quotidiana, di sottrazione dalle performance binarie dai ruoli di genere socialmente imposti.
Alla centralità sociale della relazione monogamica e all’immaginario romantico ci ribelliamo continuando a costruire e sperimentare molteplici forme di intimità, reti di affetti e di cura non centrate sulla coppia, perché gli affetti e le relazioni sono sempre un fatto politico, non solo quando diventano violente! Se è vero che la violenza di genere si riproduce anche dentro le relazioni non etero e queer, nella misura in cui abbiamo introiettato i codici egemonici e binari della coppia ruolizzata, nei quali siamo stat* cresciut*, risulta ancora più importante – contro ogni forma di etero e omonormatività – riaffermare il desiderio, la pratica e l’importanza politica delle altre intimità e delle forme di relazione e affetto alternative.
Crediamo che non sia possibile vincere la battaglia contro la violenza eteropatriarcale senza tessere fili di connessione tra di noi, senza leggere le intersezioni che ci sono tra l’essere donna, frocia, lesbica, trans*, queer, intersex, migrante, sex worker, terrona in una società maschile e maschilista, eterosessista e violenta, che cerca con ogni mezzo di incasellarci e ricondurci tutt* all’ordine, nelle case, sul lavoro, a scuola, per strada, nelle relazioni, nelle istituzioni e nei servizi pubblici.
Per questo, abbiamo deciso di costruire uno spezzone transfemminista queer alla manifestazione del 26 novembre, per creare lo spazio e il tempo per incontrarci, riconoscerci e posizionarci le une a fianco de* altr* nella lotta contro la violenza di genere. Perché chi ci vuole divise per disciplinarci ci troverà tutt* insieme a urlare furiose nelle strade e nelle piazze: NiUnesMenos!


Disabilità e assistenza sessuale. Dibattiti e analisi di pratiche di sex working.


incontro-assistenza-sessuale_tutto-versione-2

4 Giugno – Squat Around The Town Vol. 2 – Taz Festival

State incollati a Radio Blackout nel pomeriggio di mercoledì 1 Giugno per sapere il posto dove si terrà l’evento.

Sabato 4
Giornata Queer-Disco-Trash-BalliDiGruppo-LimoniBellavita
Pomeriggio con incontri e sport

Grande chiusura con:
Trash Block
Dj Hppatoio+Dj Sbrock+Dj Vorrej – ElectroTrash
con il supporto di Vj Uno – Pornovisioni

Per tutti i 4 giorni cibo e bar a prezzi popolari, liquorini autoprodotti, possibilità di campeggiare, distro. L’incasso del bar sarà destinato per progetti in sostegno del popolo kurdo.
Tenete d’occhio l’evento per aggiornamenti su incontri e gruppi.

https://www.facebook.com/events/103247006744535/


19 Maggio – Dall’intersezionalità all’animal queer: scontri e incontri tra corpi e desideri

intersezionalita

Giovedì 19 Maggio 2016 – Ore 21:00
CSOA Gabrio
Via Francesco Millio 42, 10141 Torino

Tracceremo un percorso che sappia accompagnarci dalla scoperta della teoria intersezionale (intersezionalità: chi ha coniato il termine, cosa significa, quale valore aggiunto e strumenti offre per l’analisi dei sistemi d’oppressione e l’azione politica) alla estensione del termine quale “connessione delle lotte”, per arrivare alla decostruzione del dualismo umano/animale e alla scoperta, o forse riscoperta, della comunanza dei corpi e dei desideri animali.

Dalle ore 20 con aperitivo bellavita vegan (porta da mangiare e da bere da condividere).
Inizio evento ore 21.

https://www.facebook.com/events/500590056811580/


21 Maggio – Veniamo Ovunque – Manifestazione NazioAnale Transfemminista Lella Frocia

21bologna

Manifestazione nazioAnale TransfemministaLellaFrocia
VENIAMO OVUNQUE!
Spazi corpi desideri autogestiti
Sabato 21 maggio, ore 15, piazza del Nettuno, Bologna

::: Il SomMovimento NazioAnale scende in piazza con la
Dichiarazione di indipendenza della Popola delle Terre Storte
https://sommovimentonazioanale.noblogs.org/post/2016/05/05/dichiarazione-di-indipendenza-della-popola-delle-terre-storte/ :::

Corrono tempi bui. Grigi signori in piedi con libri in mano, schierati a scacchiera nelle piazze, predicano di correre subito ai ripari perché imminente è la disfatta dell’ordine (v)eterosessuale e la vittoria dell’Internazionale Frocialista. E hanno ragione. Senonché di ripari, non ve n’è alcuno!

Corrono tempi bui. Mesi di travagliate discussioni affinché i parlamentari decretassero che le froce si possono unire in coppie docili e mansuete, senza pargoli da allevare. Ma ben prima della loro autorizzazione, abbiamo costruito e viviamo reti d’affetto multiple, fatte di amiche, compagn@, fratelle, sorelli, bambin*, amanti.

Corrono tempi bui. Società sessiste e eteropatriarcali si scoprono paladine della libertà femminile solo quando serve per mostrificare i musulmani e militarizzare le città. Ma la lotta delle donne contro la violenza maschile è da sempre autorganizzata. Femministe, migranti e froce di tutti i colori già sfilano insieme per distruggere i confini e per il transito illimitato tra i generi e i territori.

Corrono tempi bui. Vi sono luoghi di lavoro in cui ci dobbiamo fingere eterosessuali, altri in cui siamo obbligate a regalare la nostra eccentricità all’azienda, confezionandola secondo i desideri dell’ufficio marketing. E anche se il glamour gay, lo chic lesbo, il look underground fanno aumentare i loro profitti, misera è la nostra paga e precaria la nostra vita. Ora basta! Mentre si prepara la fucsia primavera, se proprio dobbiamo venderci, saremo noi a stabilire il prezzo e il modo.

Froce incivili, creative esaurite, camioniste fuori moda, vecchie checche senza contributi, trans* euforiche/i/u, massaie critiche, butch insolventi, puttane inflazionate, nonne ribelli, precarie messe al bando, ci siamo unit* e proclamiamo al mondo la

DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA DELLA POPOLA DELLE TERRE STORTE

Siamo finocchie selvatiche, femministe in erba, trans in fiore, genuine e clandestine: creiamo genealogie e parentele oltre le specie. Siamo trans-ecologiste e resistiamo alla radioattività della famiglia nucleare sperimentando forme sovversive di affetto, piacere, solidarietà, relazione. Siamo le guerrigliere della lotta anale contro il capitale.

Sottraiamo la nostra creatività ai brand della moda. La contessa di AccaEmme, la regina di Kos, da oggi si vestiranno da sole. Designer e parrucchiere, stiliste e commessi, allestiamo apparati effimeri per il funerale dell’eterosessualità obbligatoria.
Lesbiche virtuose del fai-da-te, non maneggiamo più trapani, seghe, martelli per vendere le merci del Re Merlin, ma li usiamo per costruire spazi liberati dallo sfruttamento e dalla competizione neoliberista.
Ci siamo già infiltrate nelle redazioni dei giornali femminili, delle radio commerciali, della televisione nazionalpopolare: interrompiamo la trasmissione dei ruoli sessuali e la programmazione delle nuove identità preconfezionate, produciamo format di sovversione.

Con i poteri che ci siamo date, aboliamo il culto dell’autoimprenditorialità e l’obbligo di trasformare tutto ciò che siamo e facciamo in qualcosa di spendibile sul mercato del lavoro. Startuppami ‘sta fregna!
Con le briciole di riconoscimento concesse dall’azienda e dalle politiche antidiscriminatorie ci facciamo i biscottini. Abbiamo comunque deciso di prenderci tutta la pasticceria.
Parliamo noi per noi stes(s)e e ci autoriconosciamo, le une con gli altri/e/u.

Sottraiamo per sempre i nostri saperi e quelli prodotti su di noi all’Accademia del Capitale, per restituirli alla libera circolazione. Non saremo più un caso di studio, perché le nostre vite eccedono qualunque teoria: autogeneriamo conoscenza su di noi, animali umani e non umani, e sul mondo.
Ci riappropriamo in forma collettiva e autogestita dei nostri corpi, della loro capacità di godere, di creare, di trasformarsi.
Nelle consultorie transfemministefroce, decostruiamo e ri-costruiamo i nostri corpi con tutte le protesi fisiche e chimiche che desideriamo, reinventiamo i canoni estetici, i piaceri, il concetto di salute e sovvertiamo le pratiche della cura.

Lavorare stanca: nella fucsia primavera proclamiamo l’abolizione del ricatto del lavoro.
Istituiamo un piano queerquennale che prevede casa, luce, acqua, rose, gardenie e fiori di lotta perpetua per tutti, tutte e tette.
Siamo stufe di stare in appartamenti cari e brutti: ci riprendiamo basiliche, ville, condomini sfitti e castelli per tutti, tuttu e tutte! A ciascuna, ciascuno e ciascunu secondo i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue fantasie.

Proclamiamo l’inizio della de-civilizzazione. Rifiutiamo la logica che divide le culture in “avanzate” e “arretrate” con la scusa dei “diritti” delle donne o delle cosiddette “minoranze” sessuali. Sostituiamo l’avanzata rettilinea del Progresso con percorsi obliqui, grovigli, passi di danza, vagabondaggi.
Ci prendiamo tutto lo spazio che ci serve. I pompieri sugli alberi miao, gli sgomberi ciao.

Noi, Popola delle Terre Storte, irrompiamo nello spazio pubblico oltre le forme autorizzate del vivere.

Siamo uscite/i/u dalle dark room, dalle palestre, dai ritiri in campagna, debordiamo dagli spazi autogestiti sgomberati, dalle strade e dai marciapiedi, dai luoghi perimetrati dove volevate ghettizzarci. Convergiamo in spazi comuni in continua espansione. Contaminiamo ogni luogo con la nostra favolosità: ogni via, ogni strada, ogni angolo ci serve per ridisegnare le geografie dei desideri e dei piaceri. Chi ci voleva a casa a spolverare i mobili, ci ha trovato in strada a polverizzare i ruoli di genere.

Siamo l’imprevisto nell’ingranaggio del capitale. Venite e godete con noi!

mail per info generali:
infosommovimento[chiocciola]inventati[punto]org
mail per info su Bologna:
infosmaschieramenti[chiocciola]inventati[punto]org
mail per venire da Roma:
veniamovunque_roma[chiocciola]autistici[punto]org
contatti da Trento:
FB: Collettivo femminista queer Trento
mail: feministqueertrento[chiocciola]inventati[punto]org
mail per venire da Perugia:
veniamovunquepg[chiocciola]inventati[punto]org


23 Aprile – Like A Svirgin

svirgin

 

Sabato 23/04 – Ore 23:00
Cavallerizza Occupata
Via verdi 9, Torino
L’Assemblea Ah!sQueerTO è orgogliosa di presentare:

LIKE A SVIRGIN

Ore 20. Aperitivo BellaVita: porta cibo vegan e bevande da condividere nel nostro baccANALE.

Ore 20.30. LABORATORIO DI TRANSVESTITISMO E RESTAURO FACCIALE. Grazie alle nostre esimie dottoresse in estetokosmesi frociologica applicata, il tuo doppiomento diventerà un simpatico accessorio da signora; i tuoi straccetti della prima comunione ancora più osceni.
MAKEUP BELLAVITA: porta tutti i trucchi che vorresti trovare ma anche quelli che non usi più o non hai mai avuto il coraggio di usare!
Entri Bruno Vespa esci Patty Pravo.

Ore 23. QUEER PARTY in Caffetterizza dove potrete gustare ogni (de)genere di favolosità a ritmo di ElectroTrash, PuttanPop e il meglio di Pupo.
Dalla Blackout Crew, djSbrock e djVorrej vi faranno sbucciare i tacchi a spillo; vjUno alle pornovisioni per farvi sanguinare gli occhi che manco la vergine di Giampilieri.

LIKE A SVIRGIN, BUTCH FOR THE VERY FIRST TIME.

Ingresso up to you

https://www.facebook.com/events/744406672326119/