Siamo frocie precarie, trans poliamoros*, lesbiche migranti, queer terrone, bisex, infette, disoccupate, straniere, zoccole, drogate, cagne, vacche, capre. Siamo transfemministe.
L’8 ci assembriamo, e saremo chiassosamente visibili, per rivendicare il diritto di autodeterminazione sui nostri corpi e sui territori in cui viviamo: valli, paesi isole e città. La nostra sicurezza è essere protagoniste dei processi collettivi per creare spazi di esistenze e resistenze; non essere marionette nelle mani dello stato, della politica, del capitale e di progetti e decreti insalvabili dal retrogusto repressivo, fascista e razzista.
Assembrandoci, contestiamo un dispositivo – il TAV – che mentre minaccia la vita di un territorio per accelerare il transito di merci, cerca di impedire con feroce violenza la libera circolazione dei corpi e degli esseri viventi, al di là di ogni frontiera. Combattiamo le frontiere dei nostri corpi, sui nostri corpi. E con i nostri corpi combattiamo le frontiere e tutti i dispositivi che dividono, che opprimono, cancellando possibilità di r/esistenze.
Ci assembliamo per investire il presente e il futuro di rapporti umani e non umani liberi da tutte le oppressioni che questo schifo di sistema costruisce e fomenta: paternalismi, maschilismi, sessismi, razzismi, omolesbotransfobie, classismi e tutte le altre forme di fascismo più o meno mascherato per fomentare la guerra tra poveri.
Veniamo in piazza per alimentare il fiorire di assemblee e luoghi in cui tutte e tutti possano esprimersi ed essere ascoltate.
In assemblaggio, rivendichiamo il diritto alla lentezza: a riprendersi il proprio tempo personale e collettivo; per interrompere e sabotare il ritmo – produci-consuma-crepa – imposto dal capitale e contrastare la logica che trasforma i luoghi in location e grandi opere e organizza il tempo in grandi eventi sganciati dalle esigenze reali degli esseri viventi e non viventi.
Veniamo in strada contro la militarizzazione, le politiche autoritarie, repressive, limitanti delle libertà degli individui riassunte in un bignami dal progetto della TAV, dalle altre Grandi Opere inutili, così come dal decreto Salvini. Veniamo in piazza per la libera espressione del dissenso, per il diritto di assemblarci e per la connessione delle lotte. Liberando i nostri corpi, liberiamo le frontiere.
Per queste ragioni, quella No Tav è anche la nostra lotta
Veniamo anche noi al corteo del 8 dicembre
muovi il culo con noi e libera le tue frontiere
in una spezzona transfemminista chiassosa, colorata,
ribelle, variegata, cosmopolita, irriverente, glitterata.
Per l’autodeterminazione dei corpi, per l’autodeterminazione dei territori
Veniamo, venivamo, e verremo sempre
Ah Squeerto!
CERCA LA CARRELLA, SCALDA LE CORDE VOCALI E PORTA I TACCHI A SPILLO CHE VORRESTI TROVARE